Creativi
si nasce o si diventa?
La creatività sembra quasi
un privilegio esclusivo delle professioni artistiche o di chi si occupa
di pubblicistica o di media. È raro che nei bandi di concorso per
operatori sanitari si trovi la parola “creatività” fra i criteri di
scelta. Sembra quasi che il pensiero creativo non sia assolutamente
necessario ai medici o agli altri operatori sanitari. Oltretutto, dove
finiremmo se i chirurghi diventassero improvvisamente creativi mentre
operano un paziente? Ciononostante, un pizzico di inventiva a volte è
necessario anche in questi casi. Non tutto si può gestire con la
routine; anche i chirurghi a volte si imbattono in problemi che
richiedono una certa flessibilità di pensiero e soluzioni non
convenzionali. Ogni paziente rappresenta sempre un caso unico e per i
suoi disturbi necessita di una terapia individualizzata. Non si può
imparare tutto dai libri di testo e la ricerca clinica, che non sarebbe
possibile senza una dose adeguata di creatività, serve per sviluppare
nuovi concetti e valutarne l’applicabilità.
Da Aristotele in poi la
logica viene esaltata come l'unico strumento in grado di tirar buon
frutto dall’intelletto. Ciononostante, l’imprevedibilità stessa delle
idee nuove sta ad indicare che esse non sono necessariamente il
risultato di ragionamenti logici. Si avverte da qualche parte
l’esistenza di un diverso processo intellettivo.
In un mondo dove prevale la
razionalità, e dove il potenziale espressivo ed emotivo che è dentro di
noi sembra sempre più negato e nascosto, si avverte la necessità di
trovare spazi di libertà, in cui esprimersi liberamente e recuperare il
piacere dell'intuizione, dell’invenzione, del gioco. Un creativo è uno
che decide da che punto osservare la scena, un "non creativo" è uno che
subisce la postazione assegnatagli.
Siamo tutti geniali
Molti sono i testi e gli
studi che si sono occupati dell’argomento "creatività", inteso come
capacità di dare soluzioni nuove ed inaspettate a diverse categorie di
sollecitazioni. La creatività è applicabile ovunque, dall’organizzazione
della vita individuale alla ricerca di soluzioni per i grandi problemi
collettivi, dall’arte alla tecnologia.
Una concezione ricorrente
riguardo alla creatività è che essa sia una specie di talento che viene
regalato solo a pochi individui, i quali spesso "pagano" quel dono con
la sregolatezza e la trasgressione. L’abbinamento genio/sregolatezza è
un luogo comune, e come tale è da evitare, anche dopo aver ammesso che
sia in parte vero. Il "genio" è presente in maniera più o meno esplicita
in tutti quanti.
"La creatività non è altro
che la capacità di usare entrambi gli emisferi in maniera sinergica per
trovare nuove soluzioni ai problemi, quindi è una modalità di "trattare
il pensiero" attivata da una particolare procedura di funzionamento del
cervello umano. E' per questo motivo che è possibile affermare che
ognuno è creativo anche se non sempre riesce ad attivare tale capacità"
(F. Cavallin, M. Sberna, Essere Creativi).
Si crede spesso che la poca
capacità di innovazione, la scarsa creatività, sia un problema di
mancanza di nuove idee, quando il problema è di eliminare le vecchie,
ossia la presenza di idee mummificate di cui occorre liberarsi. Non per
caso, e sempre più spesso, si sente dire che, prima di imparare ad
apprendere, bisogna imparare a disimparare. Ciò che la scuola può fare,
per aiutare gli allievi ad essere consapevolmente creativi, è fornire
loro delle metodologie, che, affondando nelle conoscenze, competenze ed
abilità di ognuno d’essi, permettano loro di sviluppare nel migliore dei
modi le rispettive potenzialità creative. Soltanto una scuola centrata
sul discente allora, è una scuola di qualità, una scuola che permette a
ciascuno di sviluppare le proprie attitudini in modo creativo.
Io penso che occorre
recuperare delle potenzialità che possediamo, occorre riappropriarci
della "parte destra del cervello", occorre stimolare nuovi percorsi
cerebrali per un nuovo modo di guardare il mondo. Il consiglio migliore
a chi vuol "diventare" creativo è quello di re-imparare a guardare,
osservare. Con umiltà e senza dare niente per scontato. Guardare con
curiosità significa molto spesso scoprire. Agire ed esprimersi
liberamente, significa sgombrare la strada alla parte più geniale di
noi.
Il Pensiero Creativo
"Fin dalle scuole elementari
- e a volte prima - siamo costretti ad adeguarci ad un sistema che
soffoca progressivamente la nostra libertà di immaginazione e di
produzione di nuove idee. Il processo di erosione della nostra
creatività innata comincia presto e continua poi per tutta la vita.".
L’abitudine soffoca il
cervello. L’abitudine porta un individuo a trovare le solite soluzioni
ai nuovi problemi e, con questo comportamento, si è portati ad ottenere
i soliti risultati.
Betty Edwards ed Ersilia
Zamponi, pure in ambiti diversi, hanno fornito ottimi esempi di come sia
possibile "rompere gli schemi" ed approdare a nuove dimensioni
espressive. Le tecniche creative sono strumenti da utilizzare per
superare le barriere mentali. Con il pensiero analitico puro non è quasi
possibile trovare soluzioni veramente nuove e sorprendenti.
Le tecniche creative
permettono di abbandonare le vie tradizionali dei propri schemi mentali.
Edward De Bono, autorità indiscussa a livello mondiale in campo di
pensiero creativo, definisce questo processo come “balzo creativo”.
Sulla base di questo modello, che De Bono definisce anche “pensiero
laterale”, sono state sviluppate moltissime tecniche creative:
1. Mappe mentali
Il mindmapping favorisce il
pensiero improvviso e le idee spontanee. Si tratta di una tecnica che
permette di elaborare una “carta geografica del cervello”, una mappa
mentale, su un certo argomento. Durante una fase creativa il nostro
cervello lavora a una velocità tale che non siamo in grado di fissare
tutti i pensieri, le immagini e i collegamenti formulandoli in modo
comprensibile. Tanto più che non pensiamo attraverso formulazioni
complesse, ma con concetti chiave e associazioni di immagini. Per creare
una mappa mentale serve un grande foglio di carta e se possibile matite
colorate di vari colori. La mappa mentale va iniziata al centro del
foglio. In questo punto si scriverà in stampatello una parola o una
breve frase che descriva la natura del problema,
oppure, meglio ancora, si
disegnerà il concetto che rappresenta l’argomento: un'immagine rinforza
il processo di pensiero creativo. A questo punto vanno riportate tutte
le associazioni collegate al tema centrale, il più spontaneamente
possibile. Esse vanno fissate sotto forma di parole chiave. Si deve
ignorare il pensiero controllato: il foglio va riempito il più in fretta
possibile con tutto ciò che viene in mente riguardo al tema centrale,
per quanto ridicolo o insignificante possa sembrare. La mappa mentale
viene poi rivista con maggiore tranquillità. È possibile rifinirla
aggiungendo nuovi pensieri o eliminando aspetti irrilevanti. In questo
modo la soluzione del problema sarà più vicina.
2. Brainstorming
Letteralmente, la parola "brainstorming"
potrebbe essere tradotta come: "girandola
del cervello", ed è appunto questo,
un
insieme di idee, a volte senza
senso, che danno la possibilità di
creare
nuovi
metodi
per affrontare un problema con ciò che si ha a
disposizione.
Il Brainstorming, fu inventato verso la
fine degli anni '30 da
Alex Osborn,
un pubblicitario americano. Osborn, notò come le nuove idee, soprattutto
durante le riunioni, venivano scoraggiate o addirittura demolite da
comportamenti aggressivi. Le persone
deboli o poco istruite si mettevano quindi in disparte ad ascoltare i
più "forti"
e più "preparati".
Seguendo il suo intuito, Osborn organizzò dei meeting, nei quali ogni
partecipante (o
brainstormer),
era tenuto a
dire
la sua,
senza pregiudizi
o
critiche preventive. Nell'arco degli
anni, lo
studio
di queste
tecniche
si è sempre più
affinato,
il brainstorming non è una attività esclusiva dell’universo aziendale:
al contrario, nella scuola occupa un posto importante nella formazione
dei bambini e ragazzi. Questa attività, realizzabile in gruppi grandi o
piccoli, stimola nei bambini la capacità di concentrarsi e contribuisce
al libero flusso delle idee. L’insegnante può iniziare ponendo una
domanda o un problema, o introducendo un argomento. Su di esso gli
studenti esprimono opinioni o risposte possibili, e propongono termini,
metodi, alternative e parole e idee rilevanti. Qualcuno deve essere
incaricato di controllare la sessione, di definire molto chiaramente sin
dall’inizio il problema da risolvere e gli obiettivi che si devono
raggiungere, e deve mantenere la sessione in questo ambito. Questa
persona deve incoraggiare un atteggiamento entusiasta e privo di senso
critico nel gruppo e stimolare la partecipazione di tutti i membri del
gruppo. Si deve stimolare il gruppo a fare il brainstorming nel modo più
informale e divertente, portando tutte le idee possibili, da quelle
solidamente pratiche a quelle apparentemente irrealizzabili, creando un
ambiente nel quale la creatività è apprezzata. Tutte le idee saranno
accettate e registrate. Le idee non debbono essere criticate né valutate
durante la sessione di brainstorming. Il criticismo può inibire qualche
membro del gruppo nel proporre le proprie idee.
3. Matrici morfologiche
Le matrici morfologiche,
ideate dall’astrofisico svizzero Fritz Zwicky, costituiscono un metodo
con il quale ci si avvicina sistematicamente alla creazione di idee e
che si pratica con l’aiuto di una matrice. È particolarmente adatto a
persone abituate a pensare in modo tecnico-analitico. Non a caso le
matrici morfologiche sono spesso utilizzate nei cosiddetti problemi
compositi, per esempio nello sviluppo di prodotti.
In linea di principio si
tratta di scomporre il problema da risolvere nelle sue componenti ben
definite. Combinandoli e variandoli a piacere, questi aspetti generano
numerose nuove soluzioni potenziali del problema; la verosimiglianza
aumenta avvicinandosi il più possibile alla soluzione ottimale.
Ecco un piccolo esempio a
scopo illustrativo: si tratta di inventare un nuovo design per un tavolo
da conferenze:
Che aspetto può avere un tavolo da conferenze di nuova concezione?
Parametro, qualità del parametro.
Forma rettangolare, ovale, quadrata o rotonda.
L’idea: un tavolo sospeso
che può essere appeso per esempio al soffitto. Ma forse si potrebbe
pensare a un tavolo alto addirittura 2 metri: servirebbero solo le sedie
giuste.
Un ulteriore vantaggio delle matrici morfologiche è che la stesura dei
risultati avviene quasi automaticamente sul modulo. Il metodo si può
utilizzare sia nel lavoro di gruppo che nell’elaborazione singola.
4. La lista di Osborn
Si tratta di un metodo
apparentemente semplice ma molto efficace, ideato da Alex Osborn. E’
particolarmente adatta alle situazioni nelle quali esistono già idee o
prodotti che però rappresentano solo soluzioni convenzionali o poco
soddisfacenti. Si può utilizzare la lista in modo ottimale anche a
complemento di sedute creative già concluse. La lista di Osborn serve ad
ampliare il campo di osservazione con una sequenza di domande. Anche qui
è naturalmente necessario stabilire per prima cosa quale prodotto,
processo o problema deve essere migliorato. In seguito si passano in
rassegna i 10 punti della lista di controllo. Per ogni punto è
necessario disporre del tempo sufficiente e sviluppare almeno un’idea.
5. Problem Solving
E’ una tecnica analitica e
razionale per analizzare e risolvere situazioni problematiche. La
procedura segue un modello ben preciso di 5 tappe:
1)
Identificazione del Problema (Qual’è il problema?)
2) Selezione Obiettivi (Cosa vuoi modificare?)
3) Ricerca Alternative (Cosa potresti fare?)
4) Decisione-Attuazione (Cosa è più efficace fare?)
5) Verifica-Valutazione (Ha funzionato? Cosa non ha
funzionato?)
6. S.W.O.T. Analysis
Il metodo della SWOT
analysis serve a cambiare gli atteggiamenti mentali di fronte ai
problemi.
Si basa su una matrice per
la pianificazione strategica, proposta da H. Weihrich nel 1982, divisa
in quattro campi, dedicati rispettivamente ai punti di forza (Strenghts)
e di debolezza (Weaknesses), alle opportunità (Opportunities)
e alle minacce (Threats).
La matrice si usa da soli o
in gruppo, e si applica a qualsiasi soggetto: l'azienda, il prodotto,
un'iniziativa, un progetto.
L'analisi va fatta prendendo
in considerazione sia l'interno sia l'esterno dell'azienda, del
prodotto, del progetto. I punti di forza interni di un prodotto, per
esempio, sono i materiali e la tecnologia impiegati, quelli esterni il
rapporto vincente con la concorrenza. L’opportunità e minacce sono da
cercare all'interno (organizzazione, problemi sindacali) e all'esterno
(impatto ambientale, recessione).
In genere si tende ad avere
un solo punto di vista. Con la SWOT analysis invece ci si costringe ad
analizzare il problema da quattro punti di vista diversi e contrastanti.
La SWOT analysis è utile per
prendere decisioni: quali sono i punti di forza su cui puntare? o i
punti deboli su cui intervenire? E quali sono le minacce che possono
essere trasformate in opportunità?
7. Reversal – Catastrofe
La tecnica Reversal
(rovescio) serve in prima analisi ad ingigantire il problema, pensando a
modalità alternative per aumentare il problema. Dopo aver pensato e
scritto su un foglio i modi per provocare una vera e propria catastrofe,
si rovesciano le alternative pensate per riflettere facendo una profonda
autoanalisi. Ad esempio se un ragazzo è distratto in classe, per
aumentare questo problema possiamo spiegare la lezione in modo
incomprensibile, rendere la lezione noiosa, rimproverarlo continuamente,
ecc. Il rovescio avviene riflettendo se in questi ultimi tempi stiamo
spiegando la lezione in modo incomprensibile, se rendiamo la lezione
noiosa, se rimproveriamo spesso, ecc. E’ un modo per capire attentamente
i nostri comportamenti, per lavorare su aspetti che sfuggono la nostra
coscienza.
8.
Musicopedagogia Immaginativa
E’ una tecnica svolta in un
setting preciso (luce calda e soffusa, musica di sottofondo, ambiente
profumato e accogliente con cuscini) che mira al rilassamento muscolare
e all’introspezione. Attraverso la musica le persone vengono condotte in
un viaggio nella fantasia per evocare, attraverso i simboli, aspetti
profondi della personalità.
9. Cromopedagogia
E’ una modalità molto bella
e semplice per entrare in contatto con se stessi e con gli altri
attraverso i colori. Si può colorare lo stemma o il proprio mandala
oppure vedere i vari colori usati dai ragazzi nelle varie situazioni.
Attraverso il colore usato, il posto in cui è collocato nel foglio e la
sua proporzione è possibile raccogliere preziose informazioni sulla
personalità.
10. L’Arte degli
Scarabocchi
Lo scarabocchio è una vera e
propria opera d’arte. Attraverso lo scarabocchio è possibile decifrare
emozioni e bisogni dei bambini e degli adulti. Nonostante la difficoltà
di leggere il linguaggio misterioso dello scarabocchio, risulta essere
una tecnica molto efficace e proiettiva per segnalarci “grumi emotivi” e
“blocchi evolutivi”.
11. Il Disegno Proiettivo
Esistono diversi test
proiettivi. Il test carta e matita della persona, della famiglia, della
casa, dell’albero. Tenendo conto dell’età del bambino, in base ad alcuni
elementi è possibile scoprire elementi utili sulla crescita evolutiva
del bambino.
L'Arte di essere "Creativi"
La creatività è la via per
formare un proprio percorso interiore, che ci può portare verso mete
inimmaginabili, ma soprattutto ci porta l’armonia che è necessaria per
il nostro benessere. Ecco che la creatività può servire per liberare
delle energie che, ci hanno già portato o che ci stanno portando ad una
malattia; in definitiva serve per ri-trovare la propria natura e
stabilirne con essa un rapporto di piacevolezza e benessere, qualunque
essa sia. Ovviamente non tutto è possibile in un istante, ma la
creatività ci dà la possibilità di costruire, di formare le basi per
realizzare in pieno i nostri bisogni interiori. La forma più tangibile
della creatività è il miracolo. Quando diveniamo consapevoli che
possiamo fare i miracoli, noi, "persone comuni", allora abbiamo capito
la nostra vera natura, la nostra vera essenza, le reali capacità che
sono insite in noi…e poter realizzare la migliore delle esistenze
possibili!
“Abbiamo la testa rotonda
perché il pensiero possa viaggiare in tutte le direzioni”
Anonimo
Indiano
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