Conversazione di Giuseppe
Dipietro
al ritiro della Comunità di Accoglienza Oasi Don Bosco nel mese di
Marzo 2006
PREMESSA
Ben trovati a
tutti, specie a chi arriva da lontano. Vi ringrazio anzitutto per il
fatto che avete desiderato che fossi io quest’anno ad aiutarvi nel
vostro cammino di santificazione personale e comunitario attraverso una
riflessione che, diversamente dal solito e dai miei temi di carattere
socio-politico, stavolta si rivolge al cammino spirituale. Sarà
viaggiare insieme sulle vie dello Spirito. Non sono un teologo, né un
mistico, né un conferenziere. Sono sposato con Rosacarmen e padre di due
figli: Valentina e Stefano
Dicevo che la mia è
una conversazione sulla vita cristiana. Dio ci chiama a seguirlo. E se
voi siete qui oggi è perché volete seguirlo. Ci renderemo conto che la
nostra vita è segnata da tappe dello Spirito, conoscerle ci aiuterà ad
andare avanti.
Un primo piccolo passo. Vi
pregherei di spegnere i telefonini, di dimenticarvi di quanto avete
lasciato fuori (pensieri, preoccupazioni familiari, situazioni difficili
e gioiose, …. di tutto quanto è di ingombro alla vostra anima, nella
vostra mente). Essere “vuoti” per accogliere Dio, che si servirà oggi
delle mie misere parole, ma anche del vostro amore nell’ascoltarmi.
Mi farò aiutare da
due mie amici. Igino Giordani, detto Foco, padre di 4 figli, scrittore,
giornalista, apologista, oramai Servo di Dio e intimo collaboratore di
Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. E da Don Pasquale
Foresi, sacerdote, scrittore, corresponsabile con Chiara del Movimento.
Entrambi definiti da lei, Confondatori dell’Opera di Maria.
Ma la mia riflessione si
muove oggi su due dei 12 punti della Spiritualità dell’Unità da Chiara
donata alla Chiesa e all’umanità: Dio Amore e la scelta di Dio. Allora
affidiamo a Maria Ausiliatrice questa conversazione. Il taccuino che
avete portato servirà, nei momenti di pausa della conversazione, a
fissare meglio quanto nascerà nel vostro cuore di propositi positivi.
L’AMORE
Dio è amore,
insegnano le Scritture. E se Dio è amore, dove c'è amore c'è Dio. Una
prova dell'esistenza di Dio diviene questa: che c'è l'amore e dunque c'è
Dio. C’è la luce e dunque c'è il sole. Il sole non si riesce a guardarlo
nel suo fulgore. E così Dio nessuno mai l'ha visto, ma se ne
sente l'amore, cosi come del sole si sente il calore. Naturalmente si
parla dell'amore divino, non di quello cinematografico. Poiché Dio è
amore, chi ama — chi ama nel senso di Dio, nel senso della virtù
teologale, che è soprannaturale e infusa — lascia vivere Dio in sé: vive
Dio. E poiché Dio è vita, chi ama vive. Vive la vita di Dio: quasi fa da
Dio, non in senso immanentistico, ma nel senso che lo dona e quindi in
certo senso lo genera alle anime che ama. Si dice difatti anche voler
bene a uno: e il bene assoluto è Dio e dunque amare soprannaturalmente è
volere Dio per la persona amata. E' un volerle dar Dio. Anche amare Dio
è, in un certo senso, dare Dio a Dio. Sempre un voler bene: un voler il
bene, che è Dio. Questa generazione di bene in noi e da noi ci è stata
prescritta come comandamento nuovo da Gesù, il quale non ha intimato
all'uomo: — Studia! — Lavora! — Vinci i nemici! — Fai soldi! —... ma: —
Ama! — Il comando più semplice: ed è il più rivoluzionario.
Quando Dio disse: — Fiat
lux (si faccia la luce) — oppure: — Creiamo l'uomo... — non disse
cosa più grande: infatti si trattò di due atti compresi nella legge
dell'amore. E tutto il Vangelo è l'annuncio dell'amore: ogni sua pagina,
come nota sant'Agostino, risuona di questa nota. Intima l'amore. Il
cristianesimo è tutto qui. Dio e tutto qui. La vita stessa dell'universo
è tutta qui. Se Dio è amore, l'amore è via, verità, vita.
L’Amor che muove il
sole e le altre stelle muove primamente le
creature razionali: è la loro vita. Nel loro esistere l'amore è quello
che è il calore nel sistema planetario. Dove il calore si ritrae,
subentra il gelo della morte. Dove subentra l'odio, si ritrae Dio-Amore:
si ritrae il calore della vita dalle anime. E il male è Satana,
l'omicida, principe della morte la cui sede, così come apparve a Dante,
è una ghiacciaia: dov'è pianto e strider di denti.
Tutti coloro che
odiano, amano la morte dicono i Proverbi
(Prov.8, 36).
Chi fa il male odia
la luce dice S. Giovanni (Gv. 3, 20): ovvero
ama le tenebre che sono l'assenza della luce.
Da questo sappiamo
di essere passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli. Chi
non ama, rimane nella morte ancora S. Giovanni
(1 Gv. 3, 14).
Quando incontriamo uomini
gonfi d'odio, incontriamo cadaveri. Corpi che circolano ancora sulle
strade della terra, ma le loro anime — si potrebbe dire — già arrancano
nell'inferno.
Chi ama ha il paradiso in
sé: chi odia porta l'inferno nel suo ventre.
Vivere veramente, quindi,
razionalmente — secondo la ragione per cui siamo stati creati alla vita
— equivale ad amare.
Il tempo consumato a odiare
è tempo perso: perso a morire.
Essendo esso lo spirito di
Dio in noi, l'amore è di là dal tempo e dallo spazio: al di là di ogni
dimensione. Non si arresta con la morte, perché è l'antimorte, e
consente l'immortalità. Non si attenua per vecchiezza e la malattia,
perché è la giovinezza ed è la salute senza fine. Non conosce noia
perché rinasce sempre nuovo.
Tristezza e nausea sono fasi
della decomposizione che penetra nel cuore disamorato, e avviano alla
putrefazione. Né l'amore dimentica, perché esso è la presenza dell’amato
in noi. Né, perché dona, si esaurisce: quando più da, tanto più ha:
incendio che quanto più dilata tanto più si alimenta.
E’ in questo che va intesa
la frase evangelica: A chi ha sarà dato; a chi non ha sarà tolto pure
quello che ha. E più cresce e più gioia produce, ricchezza che i
beni del mondo non possono dare. E con la gioia la bellezza, sorella
dell’amore.
Essendo Dio in noi, l'amore
è la santità nostra. Come sapeva il curato d'Ars, se non siamo dei
santi, è una grande sciagura per noi, e appunto perciò dobbiamo
diventarlo. Ma sino a quando non avremo in cuore l’amore non diverremo
santi.
E diceva S. Paolo:
Soltanto tre cose durano: la fede, la speranza, la carità: ma la più
grande di tutte è la carità.
SCEGLIERE
DIO
La nostra risposta a Dio che
è Amore
Credere che Dio e amore
implica una grande scoperta: la scoperta dell'amore personale di Dio per
noi, per me. Egli con un amore infinito continua a volerci bene anche se
non abbiamo corrisposto ai suoi doni, anche se fossimo caduti nelle più
grandi malvagità ci vuole sempre bene, ci ama sempre di più. E di
fronte a questo bene che Dio ci vuole, di fronte all’amore di Dio che
si riversa su ciascuno di noi, come dobbiamo rispondere, cos'è che
dobbiamo fare, cosa posso fare io per Dio?
Intanto Gesù ci ha rivelato
nel Vangelo come dobbiamo riamare Dio: Con tutta la tua mente, con
tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze (Mc 12, 28-34 e
par.).
Quando noi diciamo che
abbiamo fatto la scelta di Dio come il tutto della nostra vita, come il
nostro unico ideale, cos'è che abbiamo fatto? Abbiamo appunto preso la
decisione di amare Dio con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte
le forze.
Cosa significa ciò
concretamente?
Con tutta la mente
Con tutta la mente implica
due cose: anzitutto, che la mente non sia occupata da pensieri contrari
a Dio e, in positivo, che tutta la propria intelligenza, tutto il
proprio ingegno siano messi a servizio di Dio, donati a lui.
Infatti nei cristiani che
sono arrivati ad una grande maturità, si avverte quanto tutta la loro
mente sia votata al servizio di Dio, della Chiesa, dell'umanità. Quando
svolgono un incarico, studiano tutti i mezzi per cercare di portarlo
avanti completamente per Dio, senza riguardi a loro stessi.
Vedendo la vita di queste
persone, non si concepisce che la loro mente possa pensare a qualche
altra cosa che non sia finalizzata alla crescita del Regno di Dio nel
mondo.
Infatti spesso succede che
parlando con loro, quando si chiede qualcosa sulla loro vita personale,
senza accorgersi non riescono a parlare di sé, si riferiscono
spontaneamente a quello che fanno per gli altri, a come crescono le
persone e le opere che seguono.
Nei cristiani spiritualmente
più agli inizi, invece, si trova che Dio non prende tutta la mente, che
le attività che svolgono sono per se stesse e non per Dio. Anche quando
svolgono dei compiti nella Chiesa, anche se sembra siano fatti per Dio,
in realtà si muovono ancora per altri motivi che non riflettono una vera
scelta di Dio: agiscono per un attivismo naturale come avrebbero fatto
per qualunque altra opzione di vita, per un senso di corpo che li porta
a cercare di far crescere la propria istituzione, per gusto personale,
per raggiungere posti di riguardo, per essere riconosciuti dagli altri,
e così via. Chiediamoci «quante cose facciamo per Dio, eppure quanto
poco Dio c'è nelle cose che facciamo».
Si può magari aver lavorato
tutta una vita facendo "apostolato”, muovendosi in mezzo alle "cose
sacre", senza aver mai fatto questa scelta profonda e vera di Dio, bensì
cercando, in fondo, se stessi.
Ma poiché Dio le ama, tali
persone saranno poi purificate da lui anche attraverso la sofferenza; e
nella misura in cui corrisponderanno, andranno avanti spiritualmente e
Dio le prenderà sempre più. L'amore di Dio è un amore "geloso": ci vuole
tutti per 'sé, perché l'essere umano è pienamente se stesso, si realizza
e trova la felicità solo quando e totalmente di Dio.
Questo lo si costata, ad
esempio, vedendo tanti cristiani che, se non avessero conosciuto il
Vangelo, sarebbero rimasti persone insignificanti, mediocri, magari
buone ma che non avrebbero creato nulla; mentre nella misura in cui Dio
prende le loro intelligenze riescono a fare cose meravigliose per sé e
per gli altri.
Con tutto il cuore
Poi Dio vuole che noi diamo
a lui tutto il nostro cuore. Il cuore, nella Bibbia, ha un senso molto
ampio, ma in questo momento io vorrei considerare soltanto ciò che
riguarda l'emotività, ossia tutta la gamma dei sentimenti che possono
essere
definiti con la parola "cuore". Sono un aspetto molto importante della
nostra persona e, tra l'altro, non sono facili da governare
razionalmente, da incanalare in modo tale che siano totalmente donati a
Dio. Tendono piuttosto ad attaccarsi a tante cose che non sono Dio.
Anche qui ci sono due cose
da fare. Da una parte voler donare totalmente il nostro cuore a Dio con
una volontà ferma. Dall'altra evitare che prendano piede dei sentimenti
che vadano in senso contrario alle cose come Dio le vuole.
Qui è necessaria la virtù
della prudenza. Poiché, siccome spesso il cuore è cieco, e ha
un’intelligenza tanto ottusa che non riesce ad uscire fuori da certi
labirinti, allora occorre staccarsi, allontanarsi da quelle realtà che
possono suscitare quei sentimenti.
Non deve comunque
scoraggiarsi mai chi ha di queste prove, di queste tentazioni. Ma
neanche presumere di poterle vincere se non con una grande volontà di
amare Dio e usando una grande prudenza. Dobbiamo infatti distaccarci da
tutto ciò che non è Dio, che non viene da Dio.
Quando il nostro cuore vuole
farci scivolare verso i desideri della carne, la ricerca egoistica della
ricchezza, la brama del potere, e via dicendo, cosa dobbiamo fare?
Dobbiamo affrontare la situazione con l'audacia o con la mortificazione?
In questo caso l'audacia
sarebbe solo apparente: il vero coraggio ci vuole nel tagliare. Dobbiamo
mortificarci perché si sviluppi in noi (per dirla in termini paolini)
l'uomo nuovo (cf. Col 3, 9-10); che vive nella luce, che vede le
cose da Dio.
A volte qualcuno dice:
«Vorrei vincere queste tendenze rimanendo nell'ambiente, non fuggendo ma
affrontando queste tentazioni». Ebbene, bisogna convincersi che e
pressoché impossibile. O è un sotterfugio incosciente per non tagliare,
o è una ingenuità, una mancanza di esperienza.
Qualche volta ci si
giustifica con degli argomenti spirituali. Sono tutti inganni che alla
lunga procurano tante sofferenze. Spesso per superare certi sentimenti
basta mettere la difficoltà in comune, magari con una persona esperta
nella vita e nelle cose di Dio. A volte solo il fatto di comunicare i
problemi li ridimensiona o fa trovare la forza per agire nel senso
giusto. Naturalmente l'essere prudenti, il tagliare, il mortificarsi, è
soltanto l'aspetto "negativo", conseguenza di quell'aspetto positivo che
è il voler amare Dio e donare il nostro cuore totalmente a lui. Noi non
viviamo "evitando", ma scegliendo Dio e il suo disegno di amore su di
noi e sull'umanità.
Nella misura, poi, in cui ci
doniamo pienamente a Dio, i nostri sentimenti diventano divini. Ce ne
accorgiamo quando incontriamo certe persone nelle quali si vede che,
appunto perché completamente di Dio, sono diventate profondamente umane.
E lo si avverte da come ascoltano, da come parlano, dalla loro
comprensione, saggezza, fermezza, misericordia...Sono persone che
si muovono seguendo le ispirazioni dello Spirito Santo, per cui spesso
si sente dire di loro che «arrivano al momento giusto», che hanno
incidenza sulle persone, che producono opere che rimangono.
Con
tutte le forze
L'altro punto è
«amare con tutte le forze».
Certe persone amano Dio e
gli altri donandosi in tale misura, da andare al di là delle proprie
forze e arrivano persino ad ammalarsi.
Certamente Dio è più
contento di uno che si è ammalato per donarsi a lui, che di uno che, per
un po’ di attaccamento a sé, ha cercato di salvare le proprie forze.
Però questo non implica da parte nostra che dobbiamo ammazzarci.
Ammalarsi, esaurirsi, vuol
dire restare inattivi, magari per anni. Per cui dobbiamo ordinare la
nostra vita in modo che ci sia tempo anche per il riposo, così che
potremo continuare a donarci di più e meglio.
A meno che Dio ci mandi
delle malattie senza che le cerchiamo. Allora è diverso, perché le
malattie servono per la nostra purificazione.
Quando Dio ci fa questa
grande grazia di darci un po di prove con la malattia, è perché ha in
programma per noi un grande sviluppo spirituale, fecondo anche di grandi
frutti: magari non li vediamo subito, ma ci sono.
Spesso Dio si serve della
malattia per purificare anche i nostri sensi esterni, perché tutta la
nostra persona deve essere presa da Dio.
Così come esiste una «notte
oscura dello spirito», attraverso la malattia Dio può farci passare una
certa «notte oscura del corpo».
LA
MIA SCELTA
Vorrei concludere questa mia
conversazione raccontandovi qualcosa del mio cammino spirituale.
Conosco il carisma
dell’unità fin dall’età di 12 anni e ciò ci mi ha portato a sviluppare
nel tempo una sensibilità nei confronti delle povertà sociali.
Ne ricordo alcune:
universitario ho costituito con altri una associazione culturale con il
desiderio in cuore di trasmettere a tanti giovani l’ideale del mondo
unito; l’impegno in parrocchia e per anni l’impegno in posti di
responsabilità del Movimento Gen, la costruzione di una casa per un
povero; l’impegno in politica per 16 mesi come assessore; l’impegno nel
volontariato e nella Chiesa, l’esperienza di accoglienza internazionale
in famiglia, ecc.
Sempre il fratello, via
privilegiata per l’unione con Dio mi è stato davanti. Ma pur sforzandomi
di agire in suo soccorso provavo via via compiacimento, un certo
orgoglio spirituale. La carriera poi mi affascinava, mi dicevo: puntare
al vertice dell’Amministrazione, per servire meglio il prossimo, e non
capivo che il mancato riconoscimento dei miei titoli professionali, il
cambio di ufficio, la gastrite come contorno, erano amore di Dio per me.
Ripercorrendo un giorno a
ritroso la mia vita scorgevo il filo d’oro del suo amore: Lui voleva il
mio tempo, la mia mente, il mio cuore, e nel contempo avvertivo che
sempre più vivere la frase del Vangelo Chi segue me non cammina nelle
tenebre, ma avrà la luce della vita, che Chiara Lubich mi aveva dato
a seguito di una mia lettera, è il mio “dover essere”.
Ma pur continuando a
lavorare nel sociale e nel politico dal giugno 2003 dopo un ritiro
durato una settimana ho maturato ulteriormente una diversa scelta di
Dio. E’ nato in me il desiderio di fare di Lui il tutto della mia vita.
Ve la racconto attraverso
alcune poesie. Quelle scritte sono più di 100 e tante ospitate nel sito
dell’Oasi.
INCONTRARTI
Sono giorni che provo a
cercarTi
e non Ti incontro.
Sono istanti che passano,
e non Ti trovo.
Mi chiedo dove sei ?
Dove sono io ?
Nel volto di Katia,
nel volto di un passante incontrato per strada,
nel volto di chi attende di essere “guardato da mio-Tuo amore”.
Provo a seguirTi,
cerco di raggiungerTi,
è un mistero il Tuo amore.
Accanto una Madre,
accanto un Amico,
accanto Tu.
E’ il gioco dell’Anima,
della mia anima,
è il desiderio di vederTi ,
di incontrarTi in ogni istante della mia vita.
L’AMORE COLORA L’ANIMA DI TE
Il mondo come un vetro
appannato
nel nulla il Tutto, il Tutto donato.
Che gioia averti dopo giorni
di arsura
in un monte, in una valle, in una galleria oscura.
Nel cuore l’amore colora
l’anima di Te.
Essenza dell’unità Sei
dolore e strazio non più temei.
Volti e immagini sbiadite
ma adesso colorite.
Nel cuore l’amore colora
l’anima di Te.
CANTO DI GRAZIE
Nella fatica della giornata
misero mi presento.
Carico della polvere del
cammino,
mi consegno.
Lasciarmi vincere,
non resistere al Tuo Amore.
Vengo con in mano
il mio niente.
Desiderio profondo
di non esserci.
Immergermi,
fidarmi del Tuo Amore.
Sale dal cuore
un canto di grazie in me.
E da chi desidera entrare in
Te,
Voragine d’Amore.
ALTA VETTA
Alta vetta che ti ammiro
all’orizzonte,
chi salirà il tuo monte?
Candida neve che lo copri
fino alle pendici,
chi mai sarà bianco come tu dici?
Verde bosco che ripari dalla calura,
potrò mai sconfiggere la mia arsura?
Seguimi!
Dissetato alle Tue sorgenti
son acqua tra le genti.
Tralcio alla Tua vite
son vino di anime contrite.
Infuocato dal Tuo amore
cerco ogni dolore.
Eccomi!
RICOMINCIO
Ricomincio
dal fallimento,
dal tormento.
Ricomincio
da ieri, tempo passato,
nel domani, tempo donato.
Ricomincio
da dove ero,
dove sarò.
Ricomincio
dal dolore,
nell’Amore.
Ricomincio
da te, Maria!
CANTO DELL’ANIMA
Attraverso la goccia di una
lacrima.
Ti guardo.
Nel silenzio del mattino.
Ti ascolto.
Nel fruscio delle foglie.
Mi avvolgi.
Dall’odore del campo.
Raccolgo il tuo profumo.
Nel ruscello limpido.
Mi specchio.
Nel tuo cielo immenso.
Mi perdo.
Così vorrebbe essere il mio
cuore.
Uno spazio immenso.
Così vorrebbe essere la mia anima.
Un canto senza fine.
UN GESTO D’AMORE
Vorrei, oh Signore
che l’ultimo istante della mia vita
fosse un gesto d’amore.
Che il mio volto
donasse il Tuo sorriso,
che il mio cuore
il Tuo affetto,
la mia mente
il Tuo pensiero,
le mie mani
il Tuo calore,
…
Così.
Ogni istante
della mia vita.
IO VIVO PER INCONTRARTI
Mille passeri
nel cielo azzurro
di un mattino radioso.
La luce tenue
avvolge i contorni della vita,
sfumandoli.
Volano i pensieri,
cercano nella mente e nell’anima,
poi si uniscono ai raggi dell’unico sole.
Volti sfigurati
nel grigio della città
di una sera triste.
Avanza il buio
e copre ogni gemito.
Sprofondano negli abissi
come sassi le mie preghiere,
poi un fremito nell’anima:
io vivo per incontrarti.
Vi ringrazio e auguro a
ciascuno di voi di incontraLo in ogni istante della vita. |