Educare è un’arte e come tale va appresa.
Don Bosco
così si esprimeva a tal proposito: Ricordatevi
che l’educazione è cosa di cuore e che solo
Dio ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se lui non
ce ne insegna l’arte, e non ce ne mette in mano le chiavi.
Il bisogno di coltivare l’arte di educare ci ha portato, in queste pagine,
a costruire una sorta di percorso eco-psico-pedagogico per educatori
“in ricerca”. Abbiamo provato a interrogarci su alcuni itinerari
pedagogici oggi possibili, senza alcuna pretesa esaustiva o risolutiva.
Siamo convinti, infatti, che l’educazione in una prospettiva
sistemico-relazionale non può tracciare cammini certi e definitivi;
non esistono strade in discesa, né scorciatoie… ci sono solo percorsi
probabili, cammini alternativi di evoluzione, itinerari creativi di
sviluppo. L’Educazione è questo eterno movimento di ricerca e cambiamento:
è possibilità, trasformazione, cammino mai compiuto… In questa logica
“eco-logica” una cosa conta più di tutte: Educare partendo da sé.
EDUCARSI PER EDUCARE. Da questa idea il libro parte, attorno a questa
idea si muove, e a questa continuamente fa riferimento, come in un “eterno
ritorno”.
Il risultato è una sorta di laboratorio pedagogico, con alcune piste di
ricerca che, spero, possano suscitare nel lettore curiosità e aprire nuovi
spazi di consapevolezza e creatività. Pensiamo sia fondamentale coltivare
l’arte di educare cercando di elaborare nuovi percorsi di sperimentazione
pedagogica. L’urgenza principale della società e della chiesa di questo
nuovo millennio ritengo debba essere l’educazione della gioventù e la
prevenzione di quel disagio esistenziale che porta migliaia di ragazzi ad
imboccare percorsi di droga e devianza. Il pianeta Giovani, ma anche (se
non soprattutto), quello degli adulti, sono attraversati da una sorta di
“disorientamento ontologico” che non fa altro che innescare
meccanismi di sofferenza e produrre fenomeni di disagio.
Non conosco percorsi di prevenzione del disagio all’infuori di itinerari
educativi. Educazione e prevenzione sono sinonimi:
educare è prevenire il disagio.
Per tracciare percorsi evolutivi di promozione del benessere e prevenzione
del disagio, è necessario rincominciare a dialogare col complesso pianeta
giovanile. Per far questo, occorrono nuove conoscenze e competenze che gli
educatori sono chiamati, oggi, necessariamente ad acquisire. Ed ecco che
l’urgenza primaria diventa un’altra: “educare gli educatori”,
prendersi cura di coloro che si ”prendono cura”, sostenere
tutti quelli che hanno il compito di accompagnare e formare le nuove
generazioni.
La formazione dei
formatori è molto importante
– sostiene Carlo Maria Martini -
Gesù ha dedicato ad essa quasi tutta la sua vita pubblica, soprattutto a
partire dalla confessione di Pietro a Cesarea (Mc 8,27ss.). Non ha temuto
di perdere tempo stando a lungo con i discepoli al fine di formarli. Il
suo metodo si fondava sulla comunità di vita, sull'esempio, sulle
conversazioni occasionali, sulla risposta alle domande, sulla capacità di
farli entrare in crisi, su istruzioni espressamente indirizzate a loro,
sulla preghiera, sull'esortazione al perdono e alla stima reciproca. Chi
vuole formare formatori, deve tenerseli vicini e non stancarsi di
istruirli.
INDICE DEL LIBRO
Prefazione
Introduzione
Prenderi cura di chi si prende cura
PARTE PRIMA:
L’ARTE DI EDUCARSI
1. Dirsi La
verità
2. L’uomo è un essere in
evoluzione
3. La forza della
vita
4. Consapevolezza e
destrutturazione
5. Dalla periferia al centro: la
disidentificazione
6. Perché fare a pugni con la
vita?
7. L’uomo “costruttore” del
mondo
8. La costruzione
dell’infelicità
9. Il falso sé in
azione
10. Abortire se
stessi
11. Integrazione e ristrutturazione della
personalità
12. “Farsi
uno”
13. Dal sapere al saper essere al saper
fare… per saper far sapere
14. La maturità dell’educatore: quasi un
decalogo
15. La formazione
permanente
16. Liberare il meglio di sé
PARTE SECONDA:
LA RELAZIONE EDUCATIVA
1. L’educando come sistema dinamico
aperto
2. Ecologia del sé ed “ecopedagogia”
3. La maieutica
ecologica
4. Educazione come arte di
“perturbare” i sistemi
5. Il “punto di Archimede” del
sistema
6. Avviare “cantieri di lavoro”
7. Sviluppare “l’identità
narrativa”
8. I benefici dell’ascolto nella
relazione educativa
9. Educare alla bellezza e la
bellezza di educare
10. I livelli della relazione
educativa
11. Promuovere tutto
l’uomo
12. Una pedagogia di
comunione
13. “L’Ecoeducatore” ovvero
l’educatore sistemico
14. L’apprendimento è
cambiamento
15. Le stagioni della relazione
educativa
PARTE TERZA:
GLI ATTEGGIAMENTI DELL’EDUCATORE
1. Atteggiamenti educativi
nevrotici
2. Atteggiamenti educativi
costruttivi
3.
Accoglienza
4. Accettazione
incondizionata
5.
Attenzione
6. “Eco-consapevolezza” di
Sé
7.
Fiducia
8.
Pazienza
9.
Rispetto
10.
Umiltà
11. Senso del tempo relazionale (relation
timing)
12.
Empatia
13.
Comprensione
14.
Compassione
15.
Ascolto
16.
Silenzio
17. Contenimento
(holding)
18. Gioia Positività
Ottimismo
19. Senso dell’humor
20. Dolce
fermezza
21.
Autorevolezza
22. Coraggio Coerenza
Costanza
23. Autenticità e
Congruenza
24. Stupore Gratitudine
Generosità
25. Amore (Amorevolezza)
26. Saggezza e
Serenità
Conclusione:
Educatori siate i missionari della gioia
Appendice 1
Il
cammino dell’uomo… di Martin Buber
Appendice 2
Il
mistero del maestro… di don Tonino Bello
Appendice 3
Ho un
sogno anch’io: lettera da Gesù ad un giovane educatore…
Bibliografia
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