Se
è vero che quello dei genitori è il mestiere più difficile, allora
bisogna fare di tutto per aiutarli e sostenerli in questo compito così
arduo e delicato.
E’
tempo che i genitori si sveglino dal “coma pedagogico” in cui
sono entrati in questi ultimi decenni.
Queste
riflessioni che ho voluto pubblicare, vogliono essere un piccolo sostegno
per i genitori, vista l’importanza e l’urgenza di avere strumenti di
riflessione e di crescita nel delicato settore dell’educazione dei
ragazzi.
Voglio
iniziare con una lettera inquietante, che mi ha molto colpito, pubblicata
da un quotidiano nazionale un po’ di tempo fa.
In
questi ultimi anni si sono moltiplicati i casi di violenza di figli nei
confronti dei genitori, fino ad arrivare a commettere efferati delitti.
Uno di questi, il caso di Erika, è diventato un paradigma, certamente
estremo ma purtroppo reale, di quello che è un certo disagio giovanile.
Questa lettera è una testimonianza di quello che può uscire dalla penna
di un adolescente; riflessioni tra realtà e fantasia.
Si,
è proprio un adolescente che immagina di scrivere una lettera alla
madre…
QUANDO LA LIBERTA’ E’ UN
POTERE CHE SPAVENTA
La vita, come dice una canzone degli 883, è una lunga corsa a
ostacoli dove non ci si può ritirare. Sarà questo mondo moderno, saranno
le canzoni sataniche di cui si parla tanto in questi giorni, saranno gli
episodi crudeli visti in TV o al cinema , saranno le banalità che ci
sorbiamo quotidianamente tramite quiz e talk-show, sarà il vuoto
travestito da valore o da rapper americano che insulta i negri e viene
invitato a Sanremo, saranno i genitori… Fatto sta che tutto ciò sta
facendo correre la gente troppo veloce. Ed Erika è inciampata. E con lei
quel poco che pensavamo fosse rimasto a noi ragazzi.
Cara mamma,
ti scrivo, perché sempre più
spesso, mi viene la voglia di ammazzarti.
Si
mamma, vorrei ammazzarti quando mi sgridi perché non faccio mai il letto
e non faccio sempre i compiti. Che cosa stupida: ma cosa te ne può
importare della mia vita, delle mie abitudini?
Io
non ti rimprovero mai nulla. Per favore avverti il babbo che voglio
ucciderlo a coltellate, come in quella pubblicità di Fiorello.
E a volte vorrei uccidere anche quella brontolona della
nonna, e poi lo zio, i miei fratelli, il mio migliore amico, la mia
famiglia, i miei prof., il mondo intero, ma per fortuna non posso.
Ma chi l’ ha detto che non posso? Mi hanno insegnato che
sono libero, completamente libero, assolutamente libero, schifosamente
libero. Libero di drogarmi, insultare, fare l’amore pensando che sia
amare, volermi bene, volerne solo a me.
Non
sai quanto sia spaventosa questa libertà, mamma. Non ho nessuno steccato
da scavalcare, nessuna regola da trasgredire, nessun recinto che mi
protegga. Domani a scuola manderò a quel paese la prof e lei si
rinchiuderà nel bagno a piangere. E non sa che questo mio tremendo potere
spaventa più me che lei.
E tu chiameresti tutto questo libertà?
(Lorenzo
Galliani, 15 anni - Casalecchio
di Reno - Bologna)
Sono certamente riflessioni terribili, che devono essere recepite
adeguatamente, senza allarmismi, e accolte per quello che sono: una
“pro-vocazione”, un grido d’aiuto, una chiamata ad intervenire. E’
evidente che dietro al malessere dei nostri figli, anche quello più
ordinario, spesso si nasconde una invocazione, un “help!” da
decodificare: ma spesso non ci riusciamo; non ne capiamo i codici, ci
sfuggono alcuni segnali, parliamo linguaggi diversi.
In
fondo i nostri figli stanno ereditando un mondo difficile, complesso e
certamente vuoto di valori “forti”. Sono i figli del pensiero debole:
e un pensiero debole può generare solamente figli deboli, fragili,
anemici. E quali famiglie il pensiero anemico ha prodotto? Certamente
famiglie smarrite, senza più certezze , ma con tanti punti di vista. Ma i
punti di vista, se non sono ancorati a valori assoluti si trasformano
presto in dubbi che come tarli generano vuoto e ansia. Questi genitori
spesso non sanno cosa trasmettere ai propri figli e a un certo punto si
arrendono, gettano la spugna e delegano ad altre agenzie educative il
compito di educare loro ragazzi.
Arriva il momento in cui
devi spiegare ai tuoi figli
perché sono nati.
Ed è meraviglioso se
allora ne conosci la ragione.
(Henry Scott)
Ecco
perché ci sembra sempre più importante intervenire e dare una svolta a
certe tendenze pedagogiche errate. In Italia siamo passati dal padre
padrone del dopoguerra, al papà amicone che esce in comitiva col figlio
conseguenza della rivoluzione giovanile sessantottina. C’è bisogno che
il padre torni ad essere padre e la madre ad essere madre: né padroni, né
amiconi, ma genitori. Nei miei interventi con gruppi di famiglie faccio
spesso un esempio per far comprendere la necessità che i genitori si
riapproprino del proprio ruolo educativo, fra l’altro necessario e
insostituibile: Un bambino appena nato è simile ad una meravigliosa
sorgente d’acqua. E’ acqua pura, limpida, che ha una fortissima
energia vitale. Ecco che schizza da tutte le parti. Se quest’acqua non
viene incanalata in un percorso costruttivo (per lui e per l’ambiente),
irrompe in tutte le parti con conseguenze dannose. Bisogna scavare un
letto a quest’acqua perché diventi un fiume fecondo di vita. In tutto
questo il compito dei genitori è determinante. Essi rappresentano le due
“sponde” del fiume; abbastanza alte perché l’acqua non straripi, e
nello stesso tempo non troppo alte perché non assomiglino a un tunnel,
col rischio d’asfissia. Una volta queste sponde erano troppo elevate,
poi sono quasi sparite, adesso è tempo di “giusta misura” (in medio
stat virus).
Penso
che non possiamo permetterci più il lusso di perdere tempo! Dobbiamo
darci da fare per istituire scuole per genitori, corsi per coppie di
fidanzati o sposi, scuole per educatori, insegnanti, catechisti, operatori
sociali in genere e tutti coloro che hanno a che fare con i giovani…
Giovanni
Paolo II durante l’anno Giubilare si è espresso così:
“L’umanità è
ad un bivio: l’urgenza è tra rinascere o morire. Una strada c’è:
ripartire dalla famiglia e dall’educazione della gioventù”
Allora
coraggio genitori carissimi, utilizziamo i nuovi strumenti che le moderne
scienze dell’educazione ci forniscono e miglioriamo la qualità del
nostro rapporto educativo. Finora abbiamo certamente fatto bene, in futuro
potremmo fare meglio.
Ascoltate
questo suggerimento di Clarke:
“I
tuoi genitori hanno fatto
il
meglio che potevano.
Tu
come genitore finora hai fatto
il
meglio che potevi.
Adesso
hai in mano questi nuovi strumenti,
se
vuoi puoi utilizzarli:
non
è mai troppo tardi per incominciare”
(J.Clarke)
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