L’Analisi
Transazionale, elaborata dallo psichiatra Eric Berne sul finire degli
anni
cinquanta, è una corrente psicoterapeutica ed EDUCATIVA di
derivazione psicoanalitica, in ragione della attenta focalizzazione sulla
realtà egoica:. Berne fu allievo di Paul Federn dal quale riprese
il concetto di immagini dell’Io definendo in proprio gli stati
dell’Io Genitore, Adulto, Bambino (Berne E., Analisi
Transazionale e psicoterapia, Astrolabio ed., 1971; Principi di
terapia di gruppo, Astrolabio, 1985; Intuizione e stati dell’Io, a
cura di M. Novellino, Astrolabio, 1992).
Fondamento epistemologico dell’opera
berniana è il ponte tra intrapsichico e relazionale: l’Io è una realtà
fenomenologica sia inducibile che deducibile.
L’A.T. è dunque una psicologia
dell’Io e della comunicazione tra "Io" transattivi:
- prevede uno sviluppo personologico
basato sull’organizzazione prelogica di programmi
cognitivo-emotivo-somatico-comportamentali costruiti prevalentemente nei
primi sei anni di vita (decisioni di copione), i quali programmi
danno luogo ad uno schema inconscio/preconscio di vita (script o
copione psicologico) che limita ed irrigidisce le potenzialità OK
dell’individuo a livello relazionale;
- il comportamento relazionale
dell’individuo viene analizzato in base a schemi di interazione semplici
(transazioni) e complessi (ricatti e giochi
psicologici), nei quali viene descritta l’attivazione di uno o più
stati dell’Io dell’emittente e del ricevente.
Se l’approccio classico berniano era
imperniato prevalentemente sull’analisi cognitiva (perchè) e
comportamentale (che cosa) del problema presentato dal pz.,
l’evoluzione successiva dell’AT ha portato all’approfondimento dei
livelli emotivo (come) e somatico (dove).
Gli elementi essenziali dell’opera di
Berne sono riassumibili nel suo interesse per un avanzamento
fenomenologico della teoria psicoanalitica: questo tenendo conto sia degli
sviluppi propri della psicologia dell’Io, che delle tematiche proposte
dalla cibernetica (N. Wiener, G. Bateson et Al.) e dalla psicologia
interpersonale. In sostanza, l’intrapsichico ed il relazionale, che in
altri modelli psicoterapeutici risultano radicalizzati e talora
enfatizzati, in Berne vengono contenuti in un sistema teorico unico; tale
sistema è teso a costruire un modello di funzionamento dell’Io
riconoscibile e utilizzabile clinicamente.
Il risultato di questa ricerca sul
continuum intrapsichico-interpersonale è consistito in una teoria che
contiene una serie di intuizioni, le quali collocano l’AT,, a seconda
della posizione epistemologica, nel filone della psicologia dell'Io e
nella teoria della comunicazione e dei sistemi; nel filone della
psicologia dell’attaccamento e in quello della teoria delle relazioni
oggettuali.
Berne riassume la derivazione stretta
dell’AT dalla psicoanalisi nella comune visione strutturale della
personalità, e nell’interesse simile sul rapporto tra modelli di
reazione arcaici e comportamenti attuali. D’altro canto Berne vedeva
l’AT principalmente come una evoluzione fenomenologica del modello
freudiano classico, con una particolare attenzione agli eventi relazionali
osservabili.
La personalità viene descritta come un
sistema complesso organizzato in strutture (oggi, sub-sistemi mentali)
appartenenti a piani evolutivi diversi. Tali strutture (sub-sistemi) sono
concepite come piani di esperienza, attuali o potenziali, nei quali si
estrinseca l’attività dell’Io ; le strutture deputate all’analisi
del qui-ed-ora vengono definite neopsichiche (stato dell’Io
Adulto), le strutture deputate a risposte comportamentali influenzate da
modelli introiettati sono chiamate esteropsichiche (stato dell’Io
Genitore), mentre le strutture che riattualizzano esperienze infantili
sono archeopsichiche (stato dell’Io Bambino).
I suddetti piani di esperienza
corrispondono a tre modi di funzionamento mentale e di esperienza
soggettiva, per cui gli stati dell’Io sono concepiti come manifestazioni
fenomenologiche prima, e comportamentali poi.
Lo stato dell’Io Genitore comprende
quei fenomeni di origine introiettiva, per cui la persona rivive come
propri modi di essere di figure genitoriali, per come sono state vissute
nell’infanzia; lo stato dell’Io Bambino comprende vissuti e
comportamenti derivanti dal riemergere di esperienze infantili avute in
prima persona dal soggetto; infine lo stato dell’Io Adulto corrisponde
alle esperienze riguardanti il qui-ed-ora vissute in un modo non
contaminato da reazioni arcaiche.
L’idea centrale quindi è quella di
una compresenza dinamica di stati dell’Io di epoche diverse
("storici").
La psicopatologia deriverà dalla contaminazione
degli stati dell’Io neopsichici da parte di stati dell’Io
esteropsichici e archeopsichici, i quali alterano la percezione corretta
della realtà.
Nell’elaborare una teorizzazione
della personalità patologica Berne pone come fondamenti il concetto di
contaminazione, unitamente a quello di copione: quest’ultimo
viene concepito come un progetto di vita elaborato difensivamente in epoca
infantile in risposta a traumi (ingiunzioni) reali o fantasticati
proveniente dall’ambiente genitoriale.
Il copione comprende una fase
primitiva e inconscia detta protocollo che consiste in una
elaborazione prelogica che il bambino effettua del proprio rapporto con
l’ambiente genitoriale; al protocollo fa seguito la fase definitiva
durante la quale l’individuo porterà avanti quei modo di essere e di
fare (relazioni simbiotiche, giochi psicologici) che confermeranno gli
assunti decisi durante il protocollo.
Berne ha una visione essenzialmente
psicodinamica della patologia mentale. Quest’ultima viene concepita come
relativa ad una fissazione patologica di uno stato dell’Io Bambino,
ossia al blocco di un certo aspetto evolutivo e del bisogno psicologico
corrispondente. Il conflitto è allora teorizzato come lo scontro tra
esigenze attuali e bisogni archeopsichici insoddisfatti.
In termini strutturali i Goulding
(1979) hanno definito il concetto di impasse come esplicativo del
modello berniano; un impasse consiste in un conflitto tra un bisogno
psicologico e un corrispondente divieto Genitoriale, la cui conseguenza è
la paralisi decisionale dell’individuo.
Nell’orientamento psicodinamico
dell’AT l’impasse è posto in relazione a tre fasi evolutive
successive, e quindi a strutture esteropsichiche e archeopsichiche di
ordine successivo (Novellino M., Conflitto intrapsichico e ridecisione,
Città Nuova ed., 1990). I diversi tipi di impasse sono analizzabili
per come si estrinsecano nella relazione terapeutica (impasse transferale).
Eric Berne, già in analisi con
Paul Federn e Erik Erikson, è stato uno dei più fecondi e originali
innovatori nella storia della psicoterapia moderna. La sua concezione
degli stati dell’Io prende le mosse da studi sull’intuizione che
risalgono all’attività psichiatrica durante il periodo bellico e prende
gradualmente forma nel 1957 nell’articolo comparso su "The
Psychiatric Quarterly" dal titolo "L’immagine dell’Io":
ivi Berne, a partenza dagli studi di Paul Federn e Edward Weiss, sviluppa
l’analisi di un Io concepito come costituito di realtà fenomeniche e
non di concetti. Fondamentale la scoperta che l’analista può trovarsi
di fronte due diverse modalità di funzionamento dell’Io nel cliente:
una matura (Adulto) e una arcaica (Bambino), per avere accesso alle quali
egli dovrà attivare i corrispondenti modi di essere (logico e intuitivo).
Nel successivo articolo, "Stati dell’Io in psicoterapia"
(1957), comparso sul "The American Journal of Psychotherapy"
(11, 293-309), Berne coagula le idee precedenti in un insieme preciso che,
partendo da Freud segna la nascita storica dell’Analisi Transazionale.
Dagli scritti di Berne si evincono dei
tratti costanti:
1) i pazienti sono persone vere;
2) il terapeuta cura i pazienti, non
induce solo progressi;
3) il terapeuta dovrebbe essere un
"vero dottore";
4) la terapia dovrebbe essere
contrattuale (un accordo focalizzato);
5) il t. pone enfasi sul qui-ed-ora;
6) il t. identifica la struttura (quale
stato dell’Io);
7) il t. identifica le transazioni (che
cosa sta succedendo);
8) il t. identifica i giochi e le
antitesi;
9) il t. identifica i copioni (e
l’autonomia);
10) il t. fa trattamento in gruppo (non
terapia di gruppo).
Dopo la morte di Berne (1970), si
integrano definitivamente con successo nell’A.T. anche principi e
tecniche di derivazione Gestaltica e Bioenergetica, che favoriscono il
contatto con il polo emotivo e somatico e dunque consentono lavori
regressivi sullo stato dell’Io Bambino che Berne non aveva potuto
sviluppare per la prematura morte.
Il recupero delle radici psicodinamiche
dell’A.T. ha approfondito e dato consistenza ad aspetti del corpus
berniano per qualche tempo non valutati nella concretezza clinica e
spessore speculativo: il recupero della dimensione inconscia e di tecniche
interpretative, particolarmente indicate nell’affrontare patologie
regressive, ha fornito nuove direzioni nella analisi del copione.
*Estratto dal sito IAT di Roma
www.sieb.org
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