Lascia i tuoi saluti

Home Page

Chi Siamo

Cosa
Facciamo

Comunica
con Noi

La Comunita'
Alloggio

La Nostra
Casa

La Cappella
dell'Oasi

Oasi News

Ricordi Speciali

SIG
Sicilia

Corsi di
Counseling

Corsi
Educarsi per
Educare

Aiuta la nostra Comunità

Anna Oxa Mamma dell'Oasi

Staff
Animazione

I Nostri
"Maestri"

Il Laboratorio di Icone Sacre

Le
Nostre Icone

Comunita' Amici dell'Oasi
1 2 3 4 5 6 7 8

Benvenuti all'Oasi
1 2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13

Il Centro
Carl Rogers

1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11

Corsi
per Educatori

1 2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13

La Comunita' Consacrata

La Nostra Vita Spirituale

La Nostra
Missione
Nella Chiesa

Progetti
nelle Scuole

1 2 3 4 5 6 7 8

Corsi per
Insegnanti

1 2 3 4 5 6 7 8

Scuola Genitori
1 2 3 4 5 6

Laboratorio Educativo
"
E' Piu' Bello Insieme"
1 2 3 4 5 6 7 8

9 10 11 12 13

Laboratorio
per Fidanzati

1 2 3 4 5 6 7 8

Servizio Civile Volontario

Chi e'
Don Bosco

L'Angolo di
Don Bosco

Diventa cio' che Sei

Materiale per
Educatori

Briciole di Poesia

Saggezza Orientale

Briciole
di Saggezza

Briciole
di Spiritualita'

Giovani
in Festa

Il Vescovo in Mezzo a Noi

I Nostri Amici
Sa
cerdoti

Mons
Guccione
nostro Padre
Spirituale

I nostri Tirocinanti

Convenzione Università Catania

Convenzione Università Messina

Convenzione Centro Territoriale

Auguri a...

Help Point

Divertilandia
Baby Animazione

Happy
Eighteen

Happy Eighteen
for You

1 2 3 4 5 6

Le Nostre Foto
1 2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13
14 15 16 17 18

L'Oasi col
Gen Rosso

La Scuola all'Oasi

Oasi
Volontariato

I Nostri Benefattori

Le nostre
Pubblicazioni

Hanno Celebrato...

I Nostri
Ritiri Spirituali

Progetto
Casa Solidale

Le nostre Palestre

Le Vostre
Dediche

...L'avete fatto a Me

I Nostri
Ringraziamenti

C'e' Bisogno
di Dare

E' Dio che fa!

Grazie
Don Bosco

VIP all'Oasi

Settimana Santa a Ispica

Stampa


"Per noi la Santità
consiste nello
stare Allegri"
Don Bosco







"Per noi la Santità
consiste nello
stare Allegri"
Don Bosco

 

MATERIALE PER EDUCATORI

ANALISI TRANSAZIONALE PER EDUCARE

1. LA PERSONALITÀ IN A.T.

a. Gli stati dell'Io

Uno dei concetti fondamentali dell'Analisi Transazionale è il MODELLO  DEGLI STATI DELL’IO (MODELLO GAB). Uno stato dell'Io è un insieme di comportamenti, pensieri ed emozioni attraverso cui si manifesta la nostra personalità in un dato momento. Ed è proprio tale maniera di reagire che darà vita a quelle transazioni, ovvero scambi di informazioni e di sentimenti, che sono oggetto di studio dell'A.T..

Secondo questo modello esistono tre stati dell'Io distinti, più semplicemente, tre modi di porsi nei confronti degli altri. Quando una persona reagisce in maniera razionale ad uno stimolo esterno utilizzando, cioè, tutte le capacità che ha a sua disposizione in modo adulto, si dice che si trova nello stato dell'Io Io Adulto Adulto.

Se invece reagisce in maniera paternalistica servendosi di comportamenti, pensieri e sentimenti copiati dai propri genitori o da figure genitoriali di riferimento, diciamo che si trova nello stato dell'Io Genitore.

Quando, infine, reagisce in modo infantile come faceva quand'era bimbo, diciamo che la persona si trova nello stato dell'Io Bambino.

Questi tre differenti stati dell'Io rappresentano la struttura della personalità di ogni persona e vengono convenzionalmente diagrammati come un insieme di tre cerchi l'uno al di sopra dell'altro. Essi sono presenti in ogni persona, a prescindere dalla sua età anagrafica, e sono attivati dal riascolto di registrazioni cerebrali di eventi accaduti in passato conferendo così alla personalità una struttura sana ed equilibrata. Accanto al menzionato modello degli stati dell'Io troviamo versioni più dettagliate di tale modello che considerano gli stati dell'Io in termini di struttura o di funzione. Il modello strutturale degli stati dell'Io si interessa del loro contenuto, mentre il modello funzionale si interessa del loro processo, più precisamente suddivide i vari stati dell'Io per permettere di vedere in che modo vengono da noi utilizzati.

Stato dell'Io Genitore
Comportamenti, pensieri ed emozioni copiati dai genitori o figure genitoriali

Stato dell’Io Adulto
Comportamenti, pensieri ed emozioni che sono una risposta diretta al qui – e - ora

Stato dell’Io Bambino
Comportamenti, pensieri ed emozioni sperimentati e riproposti dall’infanzia

 

Per sapere, quanto ognuna di queste parti funzionali è importante nella

nostra personalità possiamo utilizzare l'Egogramma elaborato da J. Dusay.

Esso è una rappresentazione grafica e comparativa del modo in cui una

persona si percepisce o è percepita dagli altri. Ne esiste una varietà infinita e nessuno somiglia all'altro, anche se tutti hanno in comune determinate caratteristiche.

E' importante sottolineare che l'essenza dell'egogramma consiste nel

fatto che esso deve essere utilizzato nel tentativo di conoscere meglio sé

stessi in vista di futuri cambiamenti e di una futura crescita psicologica.

  

b. Contaminazione ed Esclusione
 

Distinguere nettamente uno stato dell'Io dall'altro non è sempre

possibile, così come non lo è passare di propria volontà da uno all'altro.

In effetti, può accadere che uno di essi sia intimamente mescolato ad un

altro oppure che una persona non riesca ad entrare o ad uscire

fluidamente da un dato stato dell'Io.

Si verificheranno, pertanto, quei fenomeni psicologici che E. Berne ha

definito CONTAMINAZIONE ED ESCLUSIONE.


Si ha contaminazione quando uno stato dell'Io "invade", per così dire, il

territorio di un altro.

A): La contaminazione dell'Adulto da parte del Genitore implica che un

individuo scambi erroneamente slogan genitoriali (peculiari) per una

realtà dell'Adulto.

Rientrano in questa casistica tutti quei pregiudizi e quelle credenze che,

per troppo tempo nutriti e non contraddetti, hanno finito per venire

considerati altrettante verità:

"I meridionali sono pigri".

"Meglio non fidarsi degli altri".

"Il padrone ti sfrutta", e così via.

B): Si ha contaminazione dell'Adulto da parte del Bambino quando un

individuo fa affiorare alla propria coscienza convinzioni consolidatesi

durante la Iª infanzia ad esempio: il timore che gli altri ridano alle sue

spalle. La contaminazione del Bambino, tuttavia, investe una sfera più ampia,

come il rimanere ancorato a quelle che Berne chiama Idee Fisse:

"Non sono fatto per imparare le lingue."

"Non riuscirò mai a smettere di fumare."

"Sono nato grasso," e così via.

C): La doppia contaminazione dell'Adulto, infine, chiama in causa

contemporaneamente gli altri due stati dell'Io, nel senso che l'individuo

ripropone uno slogan Genitoriale, cui si adegua tramite una credenza da

Bambino e scambia entrambe queste cose per la realtà.

Per esempio:

(G) "E' dimostrato che le donne non pensano."

(B) "Alla larga dalle bimbe."

(A) "Meglio non fidarsi delle donne."

Con l'esclusione, invece, uno o due stati dell'Io dominano il

comportamento di una persona.

Questi stati dell'Io vengono definiti costanti o escludenti.

 

In linea di massima, si può affermare quanto segue:

· Una persona con un Genitore costante affronterà il mondo

unicamente attraverso un insieme di regole genitoriali, come capita

ad esempio agli insegnanti, ai medici, infermieri, ecc., che tendono a

fare prediche e a volte, a sconfinare nell'autoritarismo.

· L'Adulto costante, tende a mettere in secondo piano la propria

emotività e a funzionare proprio come un calcolatore elettronico.

Molti scienziati, soprattutto nel campo della ricerca e

sperimentazione, hanno questo Adulto costante.

· Chiunque, infine, si trova nel Bambino costante penserà, si

comporterà e sentirà sempre come se fosse ancora nell'infanzia (Sindrome di Peter Pan).

Riterrà, ad esempio, che sia suo compito specifico divertire la gente.

Questa è una situazione peculiare a tutti coloro che operano nel mondo dello spettacolo.

Accade, tuttavia, che molti individui utilizzino fondamentalmente soltanto due dei loro stati dell'Io, escludendo il terzo.

· Coloro che escludono il Genitore tendono a rifiutare le regole già

stabilite e preferiscono crearsene di nuove. Sono molto bravi a servirsi

del loro Bambino creativo (Piccolo Professore) per afferrare al volo

quanto avviene intorno a loro e ad adeguarvisi. Sono i cosiddetti

«volponi» e possono essere: dei politici di razza, dei manager di

successo, ma anche dei mafiosi di alto bordo.

· Coloro che escludono l'Adulto sono privi della capacità di esaminare

oggettivamente la realtà. Dentro loro si svolge un continuo dialogo

tra Genitore e Bambino, finalizzato all'esplicitazione di sentimenti e

azioni che possono anche apparire bizzarri, in quanto spesso avulsi

dalla realtà concreta. Di solito, questa esclusione è di tipo patologico e

caratterizza, ad esempio, coloro che soffrono di Psicosi Maniaco-

Depressiva, i quali alternano periodi di sovreccitazione fanciullesca a

periodi di oppressività genitoriale.

· Coloro che, infine, escludono il Bambino lo fanno prevalentemente a

fini difensivi e, pertanto, tendono a cancellare i ricordi immagazzinati

della propria infanzia e i sentimenti ad essi correlati. E'

l'atteggiamento classico del «freddo calcolatore» o del «narcisista».


c.
Transazione e Comunicazione


La Transazione è un concetto fondamentale dell'Analisi Transazionale.

Essa è uno scambio qualificato e caratteristico tra due persone o, più

esattamente, tra un mittente che, attivando un proprio stato dell'Io, si

rivolge ad uno degli stati dell'Io del destinatario (stimolo Transazionale),

e da un destinatario che, a sua volta, reagirà a partire da un proprio stato

dell'Io rivolgendosi ad uno degli stati dell'Io dell'altro (reazione Transazionale).

L'A.T., nella sua espressione più semplice, si occupa di diagnosticare quale stato dell'Io ha provocato lo stimolo transazionale e quale ha messo in moto la reazione transazionale.

Se ne può agevolmente dedurre che un rapporto sociale, di cui la transazione è l'unità fondamentale unità fondamentale, è caratterizzata, appunto, da una

successione di transazioni il cui studio può consentire di comprendere

meglio il fenomeno comunicazione.

Le transazioni possono essere: complementari, incrociate e ulteriori e

riconducibili alle tre regole fondamentali della comunicazione di E. Berne.

La Iª regola della comunicazione afferma che una transazione complementare ha la caratteristica di essere prevedibile e fintantoché la transazione rimarrà complementare, non ci sarà nulla nel processo di comunicazione che potrà interrompere il flusso ininterrotto tra S e R o, almeno, fino a quando non sarà stato raggiunto lo scopo desiderato.

I vettori transazionali sono paralleli e lo stato dell'Io cui la persona si rivolge è quello Adulto che risponderà. Possiamo, tuttavia, produrre tre altre possibilità di transazione

complementare: quella da Genitore a Bambino, da Genitore a Genitore e

da Bambino a Bambino.

La IIª regola della comunicazione dice che una transazione è incrociata

quando il dialogo si interrompe prima del raggiungimento dello scopo, a

meno che uno dei due o entrambi gli interlocutori non decidano di

passare da uno stato dell'Io ad un altro affinché il dialogo possa essere ristabilito.

In questa situazione i vettori transazionali non sono più paralleli ma incrociati e che lo stato dell'Io a cui ci si rivolge non è quello che risponde, provocando una reazione inattesa.

Infine, la IIIª regola della comunicazione sostiene che in una transazione

ulteriore vengono trasmessi contemporaneamente un messaggio

manifesto o a livello sociale, e un messaggio segreto o a livello psicologico

e che l'esito in termini comportamentali di questa transazione è

determinato a livello psicologico e non a quello sociale. In altre parole

Berne sottolinea il fatto che se si vuole capire il comportamento bisogna

prestare attenzione al livello psicologico della comunicazione.

Lo possiamo fare attraverso quello che Berne chiama "pensiero

marziano" che privilegia l'osservazione dei segnali non verbali utilizzati

durante la comunicazione. Li troviamo nel tono di voce, nei gesti, nelle

espressioni dell'atteggiamento corporeo e facciale, nella respirazione,

sudorazione e così via.

Ogni transazione, in verità, ha un livello psicologico (messaggi segreti)

oltreché un livello sociale (messaggi manifesti). Ma in una transazione

ulteriore le due cose non collimano.

I messaggi trasmessi dalle parole sono contraddetti dai messaggi non

verbali.

 


d. Il Copione


Con il concetto di copione introduciamo un nuovo e fondamentale

aspetto dell'A.T.

Esso indica un programma di vita inconscio costruito su una decisione

presa durante l'infanzia, rinforzata dai genitori e giustificata dai

successivi eventi, che culmina in una scelta decisiva. (E. Berne, Ciao!…

E poi? p. 272)

Ciascuno di noi, dunque, vivendo scrive ed interpreta una sorta di

copione le cui istruzioni vengono registrate nello stato dell'Io Bambino

per effetto delle transazioni che avvengono tra lui e i suoi genitori. Il

concetto, tuttavia, è molto più ampio, e possiamo distinguere tra copioni

culturali, sub-culturali e familiari.

I primi sono quelli che affondano le loro radici nella cultura in cui gli

individui nascono e si sviluppano. Ogni cultura ha il proprio tema di

copione: la conquista militare per gli antichi romani, la diversità e

sofferenza per il popolo ebraico, la lotta per la sopravvivenza dei pionieri

americani, e così via.

I secondi si sviluppano all'interno di una determinata cultura ma non

accettati dalla totalità di questa. Il razzismo, anche semplicemente come

contrasto tra nord e sud, potrebbe esserne un esempio quanto mai preciso

ed attuale.

I terzi, infine, vengono sviluppati all'interno di alcune famiglie per poi

esercitare pressioni sui figli affinché ne interpretino i ruoli.

Molti di questi copioni, che possono essere identificati con frasi classiche:

“Noi Rossi, non abbiamo mai chiesto niente a nessuno”, hanno finalità

generiche e si traducono in comportamenti esistenziali. Sono convinzioni che l'individuo accetta acriticamente (più precisamente il bambino durante la Iª infanzia) e che si porterà appresso per tutta la vita. Tuttavia, per meglio comprendere il copione è bene analizzare la definizione data da E. Berne già sopracitata.

In tale definizione troviamo inseriti alcuni elementi rilevanti quali:

l'elemento piano di vita, l'elemento rinforzo genitoriale, l'elemento

culmine e l'elemento decisione.

1): Ciò in cui la teoria del copione dell'A.T. si differenzia dagli altri è nel

sostenere che il bambino componga, più o meno consapevolmente, un

piano specifico della propria vita, più che semplicemente una visione

generale del mondo. Questo piano di vita, dice la teoria, viene composto

sotto forma d'azione drammatica, con una sua introduzione, uno

sviluppo e una conclusione.

2): I genitori anche se non sono in grado di determinare le decisioni di

copione del bambino, di certo le influenzano fortemente lanciandogli

ripetutamente quei messaggi verbali già sopra riportati. Va, tuttavia,

sottolineato che tali messaggi vengono completati e rinforzati anche da

componenti non verbali, conformi all'atmosfera in cui il bambino cresce

ed agli atteggiamenti di coloro che lo circondano.

3): Il copione in quanto azione drammatica deve culminare in qualcosa,

cioè in una conclusione, in una sorta di apoteosi. Secondo l'A.T., il

bambino non si limita a scrivere il copione in quanto tale, ma scrive

anche la scena finale; e non è da escludere che tutte le varianti e

aggiustamenti successivi, messi in atto in età adulta, mirino soprattutto

alla realizzazione di quella scena finale (tornaconto del copione copione).

4): L'ultimo elemento, la decisione, merita una particolare attenzione in

quanto racchiude in sé una differenziazione assoluta dalle teorie del

behaviorismo, che, come sappiamo, postula l'importanza determinante

dell'ambiente per gli sviluppi futuri dell'individuo.

Invece, secondo le osservazioni pratiche di Berne, quindi trasferite nella

teoria transazionale, due bambini, nati nella medesima famiglia e vissuti

nello stesso ambiente, possono elaborare copioni di vita totalmente

diversi.

Va, tuttavia, precisato che, in A.T., il termine decisione va colto in una

sua accezione particolare, più emotiva che razionale.

Infatti, le decisioni di copione del bimbo non sono prese nel modo

riflessivo e determinato che normalmente associamo alle decisioni prese

dall'adulto ma da un esame prevalentemente emotivo della realtà in cui

il bimbo agisce. Perciò, sono importanti i primissimi anni di vita di un

individuo e soprattutto le prime esperienze inconsapevoli che un neonato

fa in rapporto agli altri per la costruzione iniziale del copione.

Durante il corso di vita di un individuo il copione da lui elaborato potrà

rivelarsi difficilmente applicabile. L'Adulto, dovrà allora scegliere tra

impuntarsi a realizzarlo, portandosi dietro la frustrazione di non aver

dato continuazione alle proprie aspirazioni più genuine, o modificarlo,

trascinandosi appresso il rammarico di avere frustrato le aspettative

risposte in lui dalle figure genitoriali che hanno contribuito a scriverlo.

Più semplicemente, che sarà l'Adulto a dovere fare i conti con sé stesso e,

di fatto, con gli altri due stati dell'Io (Genitore, Bambino).

In quest'ottica, M. Janes e D. Jongewaard, due allieve di Berne hanno

elaborato i concetti di vincente e di perdente. (Copione vincente e

Copione perdente perdente)

Sintetizzando le conclusioni cui sono giunte le due autrici, possiamo dire

che è vincente colui il quale sta bene nei propri panni, mentre è perdente

colui che vorrebbe stare nei panni di qualcun altro.

Possiamo concludere con due dichiarazioni di principio particolarmente

significative:
 

e. I Giochi Psicologici


In chiave Transazionale un gioco è una interrelazione tra due persone,

assimilabile a una transazione duplice o ulteriore, perché si sviluppa

contemporaneamente sia a un livello sociale che psicologico, del quale,

come sappiamo, dal capitolo dedicato alle transazioni, sono consapevoli

soltanto i due interlocutori; o per meglio dire, giocatori che giocano

consapevolmente sul solo livello sociale. Ai fini dell'interpretazione dei

giochi, è interessante la teoria di S. Karpmann secondo il quale in tutti i

giochi gli interlocutori, anche se sono soltanto due, interpretano tre ruoli

di copione, così denominati:

· Persecutore (P)

· Salvatore (S)

· Vittima (V)

Il persecutore considera gli altri inferiori a lui e non OK e lo stesso fa il

salvatore con la differenza però che reagirà offrendo loro aiuto da una

posizione di superiorità.

Una vittima è una persona che si considera inferiore e non OK. I giochi

che prendono l'avvio da questo ruolo tendono a rinforzare l'immagine

negativa che uno ha di sé stesso: Io non sono OK e, quindi, devo essere

punito o salvato.

All'origine del ruolo c'è, ovviamente, una svalutazione.

Questi tre ruoli danno vita ad un diagramma triangolare, dove ciascuno

di essi occupa un vertice e che, pertanto, è stato denominato "Triangolo

drammatico di Karpmann".

 

L'aspetto più interessante del triangolo di Karpmann è che ciascuno dei

due interlocutori può passare da un ruolo all'altro.

Questo passaggio avviene solitamente nel momento in cui il gioco arriva

al colpo di scena scena; una volta agganciata la vittima, il giocatore cambia

mossa e capovolge la situazione per ottenere il desiderato tornaconto

(FINE, solitamente negativo, cui tende il gioco).

Nel corso di un medesimo gioco, tale capovolgimento di situazione può

avvenire più volte. Il livello sociale A- - > A viene abbandonato balzando

in primo piano le transazioni G - -> B e B - -> G.

Per uscire da un qualsiasi gioco, una persona dovrà attivare il suo Io

Adulto che la porterà ad instaurare una transazione complementare

orizzontale A - - > A che produrrà risultati concreti risolvendo così ogni

problema. Interessante è evidenziare come, a volte, un Educatore può attivare

inconsciamente questa triangolazione (P, S, V.) durante la sua attività

educativa.

Concludendo, è evidente come tali giochi psicologici (dinamiche

nevrotiche che seguono la IIIª regola della comunicazione di E. Berne)

influenzino negativamente la relazione educativa.

 

CONCLUSIONI

Da quanto sopradescritto si può evincere che l'utilità dell'A.T. per l’Educatore può essere riassunta nei seguenti tre punti:

 

A) La capacità e la competenza di saper analizzare le personalità di tutte

le parti coinvolte nelle situazioni educative (famiglia, gruppo…) insieme alle dinamiche

interpersonali che si sviluppano in itinere.

B) Sapere utilizzare lo stato dell'Io adatto alle diverse fasi del processo educativo;

ad esempio l'energizzazione del Genitore Affettivo per rassicurare l’educando, o del bambino libero per creare complicità, etc…

C) Il sapersi porre nella relazione educativa mantenendo uno stato

dell'Io Adulto lucido e razionale, ossia non condizionato da eventuali

dinamiche nevrotiche (Giochi Psicologici).

*Estratto dal sito IAT di Roma www.sieb.org

TORNA A... MATERIALE PER EDUCATORI


BENVENUTI
nel Sito della Comunita'
OASI DON BOSCO

Ispica (RG) via Enna 2
0932.704212 - 338.9839818

Prenota
I NOSTRI LIBRI


info@oasidonbosco.it